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PSC - Quadro Normativo

Art.31 - Sistema delle infrastrutture per la mobilità

1. Obiettivi. Il Psc persegue l’obiettivo di garantire un sistema della mobilità integrato e sostenibile, basato sulla rete infrastrutturale nazionale, regionale e provinciale, che consenta la migliore accessibilità ai principali recapiti degli spostamenti che interessano il territorio bolognese. Il sistema è articolato in diverse modalità di trasporto sulle quali poggiano le differenti strategie formulate per le sette Città di Bologna. Il contenimento complessivo e locale degli impatti generati dai mezzi di trasporto, con particolare riferimento alla congestione e all’inquinamento dell’aria, è un elemento guida delle scelte di assetto effettuate.


2. Strumenti. La tavola “Infrastrutture per la mobilità” individua l’assetto infrastrutturale che assicura gli standard di qualità assunti come obiettivo per la mobilità delle persone e delle merci. Il Psc concorre alla sua realizzazione raccordandosi con la pianificazione di settore, per la quale la tavola ha valore di indirizzo.
L’aggiornamento delle scelte rappresentate sulla tavola del Psc potrà avvenire in occasione della formazione dei Poc. Eventuali modifiche dovranno comunque garantire prestazioni analoghe o superiori alle previsioni precedenti ed essere coerenti con gli indirizzi strategici del Psc indicati nella Relazione e con gli obiettivi specifici espressi nel Quadro normativo.


3. Alta velocità. La messa in esercizio della linea ferroviaria dedicata all’alta velocità costituisce riferimento per il progetto di ristrutturazione dell’intero nodo di Bologna. L’integrazione dei servizi nella Stazione centrale dovrà aumentare la potenzialità complessiva della rete, a beneficio dei traffici regionali (Sfr) e metropolitani (Sfm).


4. Servizio ferroviario metropolitano. Il Psc assegna un ruolo fondamentale al Servizio ferroviario metropolitano come sistema cardine della mobilità nell’area metropolitana, in coerenza con le previsioni del Piano della mobilità provinciale, del quale assume la classificazione di stazioni e fermate in principali e secondarie.
L’attuazione del Psc e dei piani di settore dovrà garantire la migliore accessibilità alle stazioni e fermate Sfm attraverso:

  • il potenziamento dell’interscambio con il trasporto pubblico locale;
  • l’attestamento di piste ciclabili e la presenza di parcheggi e spazi per la sosta in corrispondenza delle stazioni e fermate;
  • un’adeguata rete di percorsi pedonali dedicati e sicuri nell’intorno dei 600 metri dalle stazioni e fermate.


5. Trasporto pubblico in sede propria o protetta. La rete del trasporto pubblico in sede propria dovrà consentire il collegamento ai principali “luoghi” della Città della Ferrovia e sostenere il processo di qualificazione delle Città della via Emilia.
La realizzazione della rete di trasporto pubblico in sede propria avverrà per parti o stralci funzionali. Il completamento di alcuni stralci funzionali può costituire condizione necessaria e preliminare per gli interventi di trasformazione, secondo quanto indicato nelle norme relative a singoli Ambiti. In tal caso il Poc dovrà coordinare la pianificazione di settore e la realizzazione dell’infrastruttura con la programmazione urbanistica degli insediamenti.
I tracciati indicati nella tavola “Infrastrutture per la mobilità” potranno essere modificati in fase di progettazione definitiva ed esecutiva delle infrastrutture, ferme restando le seguenti esigenze:

  • collegare i luoghi indicati come fermate sulla tavola stessa;
  • assicurare il migliore interscambio con il Servizio ferroviario metropolitano e regionale e con la rete urbana di trasporto pubblico.


6. Strade prevalentemente dedicate al trasporto pubblico. L’individuazione di queste strade si inserisce in una strategia di revisione graduale e complessiva della rete di trasporto pubblico, coordinata con la pianificazione di settore.
Il rafforzamento del trasporto pubblico può costituire condizione necessaria e preliminare per gli interventi di trasformazione, secondo quanto indicato nelle norme relative a singoli Ambiti. In tal caso il Poc dovrà coordinare la pianificazione di settore e la realizzazione dell’infrastruttura con la programmazione urbanistica degli insediamenti.
Su queste strade è prevista la limitazione delle manovre conflittuali (sosta e intersezioni in primo luogo). Attraverso la perequazione urbanistica o l’esproprio dovranno essere recuperati, lungo queste direttrici e nell’immediato intorno, spazi e strutture per la sosta degli automezzi. La pianificazione di settore dovrà garantire una regolazione semaforica preferenziale, la protezione delle corsie preferenziali e, più in generale, interventi sulla rete che aumentino l’efficienza del trasporto pubblico.


7. Autostrade e tangenziali. La progettazione e l’attuazione del Passante autostradale nord, previsto dal Ptcp, creeranno le condizioni per la definizione di interventi coerenti con gli indirizzi strategici della Città della Tangenziale, ed in particolare:

  • progetti di integrazione fra la tangenziale e la città;
  • realizzazione di una nuova uscita a servizio dell’aeroporto.


8. Strade di attraversamento e attestamento urbano, strade di connessione tra parti urbane. La rete di attraversamento e attestamento è costituita dalle principali strade dedicate agli spostamenti, con automezzi privati, in ambito urbano e metropolitano. La rete di collegamento fra le diverse parti della città è costituita dalle strade secondarie.

Le caratteristiche geometriche, funzionali e prestazionali di queste strade saranno definite dalla pianificazione di settore coerentemente con la classificazione del Psc.
Allo scopo di favorire l’estensione della rete del trasporto pubblico, le nuove strade di connessione dovranno avere caratteristiche tali da consentire la circolazione dei mezzi pubblici e ospitare le relative fermate.


9. Rete delle piste ciclabili. Il Psc seleziona le piste ciclabili che formano un sistema di collegamenti continuo, sicuro e ben riconoscibile, integrato con altre forme di mobilità, diffuso nella città storica, attraverso:

  • il completamento degli itinerari esistenti, anche in funzione delle fermate del trasporto pubblico;
  • l’individuazione di nuovi percorsi;
  • la messa in sicurezza degli incroci e la progettazione di adeguate forme di attraversamento delle nuove rotatorie (con adeguamento, ove possibile, di quelle esistenti);
  • ponti e sottopassi per bypassare infrastrutture di trasporto o corsi d’acqua.


10. Fermate del trasporto pubblico. Il Psc individua le fermate a servizio di attrezzature pubbliche e di altri poli attrattori di traffico urbano e le colloca in prossimità di parcheggi prevalentemente destinati all’interscambio modale. La localizzazione di ogni singola fermata identificata nella tavola “Infrastrutture per la mobilità” verrà precisata dal progetto relativo all’infrastruttura di trasporto ed è quindi da considerarsi indicativa.
Le fermate del trasporto pubblico, quando intercettano altri modi di trasporto, costituiscono “nodi” significativi delle sette Città e come tali devono essere progettate e realizzate. Per un interscambio efficace anche tra bus e bici il Psc promuove, nei loro pressi, la creazione di appositi spazi di sosta, dedicati e protetti.


11. Parcheggi. La tavola “infrastrutture per la mobilità” indica il progetto strutturale per la dotazione di posti auto per lo scambio modale, l’accessibilità alla città storica e il servizio a funzioni di grande accesso. La precisa localizzazione e il dimensionamento dei parcheggi indicati dal Psc andranno precisati in sede di formazione dei Poc, mantenendone le prestazioni in termini di:

  • facilità di interscambio con il mezzo pubblico;
  • prossimità alle aree da servire (tenendo conto della utilizzazione prevalente che il Psc ha per essi indicato);
  • buona accessibilità dalla rete stradale.

L’uso prevalente dei parcheggi, indicato nella tavola “Infrastrutture per la mobilità” del Psc, segnala un utilizzo di fatto o un fabbisogno di cui tenere conto per l’efficienza del sistema; l’indicazione costituisce indirizzo per la programmazione di settore.
Il dimensionamento dei nuovi parcheggi deve essere finalizzato, oltre che al soddisfacimento della domanda di sosta generata dai nuovi insediamenti, anche alla creazione di un’offerta in grado di ridurre la sosta su strada, per recuperare spazi necessari al trasporto pubblico e alla mobilità ciclopedonale.
Le trasformazioni urbanistiche potranno contribuire alla realizzazione dei parcheggi utilizzando i meccanismi della perequazione urbanistica che saranno specificati dai Poc.


Art.32 - Accessibilità integrata e sostenibile

1. Obiettivi. Il Psc persegue l’obiettivo di migliorare l’accessibilità nel territorio urbano, in particolare nelle parti dove il trasporto con auto privata verrà ridimensionato per il potenziamento del trasporto pubblico, attraverso un sistema integrato di mobilità ciclopedonale e di sosta, appoggiandosi sulle dotazioni e sui servizi esistenti, sviluppandoli e connettendoli.


2. Strumenti. Le misure di gestione della mobilità sono demandate ai Piani generali del traffico urbano (Pgtu) che, come previsto dalle direttive ministeriali, devono essere aggiornati con una frequenza massima quadriennale al fine di garantire l’adeguamento del sistema alla dinamicità dei processi e di corrispondere al monitoraggio dello stato generale della mobilità nel territorio comunale e degli effetti indotti dagli interventi.
I Pgtu verranno elaborati in accordo con gli strumenti urbanistici vigenti e con i piani di trasporto sovraordinati.


3. Indirizzi. Al fine di garantire un’accessibilità integrata e sostenibile il Psc formula i seguenti indirizzi per l’elaborazione dei Pgtu, specificandoli, quando possibile, con riferimento alle Situazioni urbane:

  • ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico e promuovere il risparmio energetico, anche tramite azioni che rendano diseconomico l’uso di mezzi inquinanti e favorendo il ricambio delle flotte veicolari pubbliche e private;
  • migliorare la sicurezza stradale, in particolare a difesa di alcune componenti “deboli” di popolazione (bambini, anziani, disabili, pedoni, ciclisti, ecc.);
  • garantire l’accessibilità diffusa e sostenibile alla città evitando fenomeni di esclusione sociale;
  • tutelare la città storica, rafforzando le forme di mobilità compatibili con le caratteristiche dell’insediamento e riducendo presenza e impatto delle altre;
  • garantire la gerarchizzazione e specializzazione delle strade, allo scopo di razionalizzare l’uso della rete migliorando la fluidità della circolazione;
  • incrementare la diversione modale a favore delle modalità a minore impatto (trasporto pubblico, in bicicletta, a piedi);
  • garantire l’integrazione fra i differenti sistemi e le differenti reti di trasporto, risolvendo a livello progettuale e realizzativo le problematiche legate all’interscambio;
  • migliorare l’efficienza del sistema di trasporto pubblico locale e il suo comfort;
  • sviluppare sistemi telematici a supporto della mobilità (sistemi Its);
  • introdurre azioni mirate di governo della domanda (mobility management);
  • gestire le fasi di cantiere delle opere infrastrutturali.


Art.33 - Sistema delle attrezzature e degli spazi collettivi

1. Obiettivi. Il Psc crea le condizioni per realizzare, attraverso le nuove acquisizioni di aree pubbliche e la regolazione delle trasformazioni, l'arricchimento e la qualificazione del Sistema delle attrezzature e degli spazi collettivi. Il Psc orienta le scelte proprie e le politiche di settore verso il duplice obiettivo di:

  • consolidare il sistema delle dotazioni pubbliche che garantisce la qualità dell’abitare diffuso in ogni parte della città abitata;
  • realizzare le finalità strategiche esplicitate nelle sette Città.


2. Strumenti. La tavola “Attrezzature e spazi collettivi” individua indicativamente le aree da acquisire tramite la perequazione urbanistica, nonché gli Ambiti dove recuperare aree tramite perequazione urbanistica o accordi. Perequazione, accordi, espropri (per piccole aree non preventivamente individuabili) sono i tre strumenti previsti per garantire aree e risorse utili a conseguire entrambi gli obiettivi esplicitati al comma 1. Il Psc concorre alla loro realizzazione raccordandosi con la pianificazione di settore, per la quale la tavola ha valore di indirizzo.

L’esatta perimetrazione delle aree da acquisire tramite la perequazione e l’aggiornamento delle scelte rappresentate sulla tavola del Psc, anche per l’attuazione degli Ambiti nei quali perequazione e accordi consentono il recupero di aree destinate ad attrezzature e spazi collettivi, potrà avvenire in occasione della formazione dei Poc. Definizioni dei perimetri ed eventuali modifiche dovranno comunque garantire prestazioni analoghe o superiori alle previsioni precedenti ed essere coerenti con gli indirizzi strategici del Psc indicati nella Relazione e con gli obiettivi specifici espressi nel Quadro normativo.


3. Attrezzature e spazi collettivi di proprietà pubblica e uso pubblico. Il Psc, tramite gli strumenti esplicitati al comma 2, garantisce il raggiungimento alla scala comunale dei livelli minimi di dotazioni pubbliche pro capite previsti dalla legge, considerati anche gli abitanti non abitualmente dimoranti e una media stimata di city users (visitatori temporanei).
Il Psc opera per assicurare nelle Situazioni urbane gli standard previsti dalla legge (30 mq per abitante residente).


4. Situazioni carenti di aree pubbliche. Nelle Situazioni urbane dove le dotazioni esistenti e quelle che si prevede di acquisire tramite la perequazione non consentiranno comunque di garantire gli standard previsti per legge, in termini di superficie fondiaria pro capite, il miglioramento delle condizioni di abitabilità dovrà essere ottenuto:

  • recuperando a questo uso tutto il patrimonio pubblico opportunamente localizzato e trasformabile;
  • innalzando il livello delle prestazioni di spazi e di immobili pubblici destinati a servizi, attraverso le azioni individuate nelle Schede di Situazione;
  • garantendo l’accessibilità alle dotazioni collocate in aree contermini;
  • valutando tutte le possibilità di recuperare dotazioni in termini di Sul;
  • auspicando l’ampliamento delle dotazioni di proprietà privata e uso pubblico.


5. Attrezzature pubbliche. In merito alle attrezzature, il Psc considera l’attuale media pro capite, 8 mq di superficie utile lorda di spazio costruito, un livello di dotazione minimo che dovrà essere garantito nelle diverse Situazioni urbane e a fronte dell’auspicata crescita demografica.


6. Parcheggi pubblici. La tavola “attrezzature e spazi collettivi” indica l’attuale dotazione di parcheggi pubblici e di uso pubblico, su strada o in struttura; negli Ambiti all’interno dei quali sia possibile, preso atto della diffusa sottodotazione di parcheggi pubblici in sede propria (ossia escludendo quelli su strada), è necessario reperire nuove superfici da destinare alla sosta automobilistica, aumentando l’offerta in strutture multipiano là dove sia carente la disponibilità di suoli liberi, con un incremento dell’offerta rivolta anche agli Ambiti adiacenti. Gli strumenti urbanistici attuativi e i Pgtu dovranno favorire l’ampliamento dell’offerta di parcheggi di pertinenza, sia per le attività economiche e di servizio, sia per la residenza.


7. Verde pubblico. Nel prevedere la realizzazione e il completamento di parchi di rango metropolitano, il Psc indica anche il mix di funzioni (ricreative, sportive, ecc.) e la presenza di attrezzature e parcheggi compatibili con le caratteristiche ambientali che possano favorire una fruizione prolungata (nell’arco del giorno, della settimana, dell’anno). Ciò presuppone forme di collaborazione gestionale con soggetti associativi e privati, da individuare e incentivare.


8. Attrezzature e spazi collettivi di proprietà privata e uso pubblico. Il patrimonio delle dotazioni è arricchito dalla compresenza di attrezzature pubbliche e private. In tutti gli Ambiti, del Territorio da strutturare, strutturato, rurale, il Psc pone le condizioni per una presenza diffusa di attrezzature collettive anche di proprietà privata, da regolare con Poc e Rue.


9. Impianti sportivi. Tra le dotazioni e attrezzature di interesse collettivo il Psc individua le attrezzature sportive di uso pubblico (e proprietà pubblica o privata), ritenendo che si tratti di una dotazione irrinunciabile per una compiuta abitabilità del territorio. In relazione agli obiettivi di ogni Città viene specificato quali siano gli Ambiti più adatti all’inserimento di nuove strutture. I successivi strumenti di attuazione del Psc, Poc e Pua, individueranno puntualmente quali siano le attrezzature da riqualificare e le nuove da realizzare. Il Rue regolamenterà i modi di intervento sulle attrezzature esistenti.


10. Attrezzature scolastiche superiori. Il Psc individua le attrezzature scolastiche superiori, in coordinamento con la programmazione provinciale in materia, valorizzandone la sinergia con attrezzature scolastiche primarie e altri servizi e attrezzature, migliorandone le condizioni di accessibilità.


11. Housing sociale, dotazione. Il Psc considera l’housing sociale una dotazione complementare del sistema di attrezzature e spazi collettivi, necessaria per garantire la compresenza delle differenti popolazioni nel territorio. Negli Ambiti soggetti a perequazione o ad accordi e negli Ambiti in trasformazione, il Psc garantisce le condizioni per la realizzazione del programma di housing sociale oggetto di specifiche politiche di settore, lasciando ai successivi Poc l’individuazione delle localizzazioni preferenziali e la definizione delle quantità per ciascun Ambito interessato.


12. Strategie territoriali. Al fine di raggiungere gli obiettivi strategici individuati per le sette Città, il Psc individua come operazioni imprescindibili:

  • Città della ferrovia: qualificazione e rafforzamento del sistema delle attrezzature e degli spazi pubblici nelle tre principali stazioni (Centrale, Prati di Caprara, San Vitale), realizzazione del parco Prati di Caprara, reperimento di aree per attrezzature pubbliche e attività culturali nell’Ambito di riqualificazione Bolognina;
  • Città della Tangenziale: completamento del parco lungo Navile, realizzazione e completamento di varchi verdi trasversali rispetto alla tangenziale (Noce, San Donato, Scandellara, Croce del Biacco), riqualificazione e rafforzamento del Parco Nord come spazio culturale;
  • Città della Collina: diffusione di attrezzature nella Situazione pedecollinare, in particolare reperimento di attrezzature pubbliche e spazi aperti pubblici a Staveco; qualificazione dei parchi di collina migliorando l’accessibilità e potenziando la presenza di attrezzature di uso pubblico;
  • Città del Reno: realizzazione, nelle sue diverse parti, del parco del Reno;
  • Città del Savena: completamento del parco del Savena, realizzazione di nuove attrezzature per servizi e spazi di uso pubblico negli Ambiti specializzati per il lavoro Caab e Roveri;
  • Città della via Emilia: qualificazione degli spazi aperti di connessione fra attrezzature pubbliche.


Art.34 - Qualità sociale

1. Ruolo metropolitano. Con l'obiettivo di rafforzare il ruolo metropolitano di Bologna, il Psc pone le condizioni per:

  • la riorganizzazione del sistema della mobilità, in favore di una rinnovata accessibilità alle attrezzature di rango metropolitano;
  • il decentramento di strutture universitarie e amministrative, allo scopo di alleggerire la pressione negli Ambiti storici centrali e accrescere il livello di dotazioni pubbliche di supporto alla residenza;
  • la qualificazione delle attrezzature presenti nel centro della metropoli, in particolare la riqualificazione dei principali poli del sistema ospedaliero.


2. Accessibilità e fruibilità locale. La disciplina delle Situazioni esplicita le azioni specifiche per garantire accessibilità e fruibilità di attrezzature e spazi collettivi diffusi a livello locale, la cui programmazione è demandata ai diversi piani di settore.


3. Distribuzione. Il Psc pone le condizioni affinché Poc e Rue, coordinati con i relativi piani di settore, possano programmare e realizzare una distribuzione equilibrata delle dotazioni, con priorità per le Situazioni dove attrezzature e spazi di proprietà e uso pubblico sono più carenti. Per questo i dati restituiti nella tavola “Attrezzature e spazi collettivi” costituiscono una base informativa da tenere aggiornata.


4. Centralità. Attraverso le indicazioni che riguardano le “centralità”, presenti nelle Schede che disciplinano le Situazioni, il Psc indica scelte di addensamento e di riconoscibilità delle attrezzature e degli spazi collettivi alla scala locale. Dato il loro carattere complesso e la stretta relazione con le dinamiche locali, la definizione di tali interventi rende opportuna l’attivazione di percorsi di partecipazione e la progettazione integrata fra i diversi settori competenti dell’Amministrazione.


5. Commercio. Attraverso le indicazioni che riguardano le “strade centralità”, presenti nelle Schede che disciplinano le Situazioni, il Psc individua le principali direttrici ove favorire, ed eventualmente incentivare, la localizzazione del commercio diffuso. La definizione degli interventi, per il carattere complementare delle operazioni richieste (valorizzazione commerciale, riqualificazione dello spazio pubblico, regolazione della mobilità e della sosta), è demandata alla progettazione integrata fra i diversi settori competenti dell’Amministrazione.


6. Risparmio Energetico. Il Psc individua la progettazione di attrezzature e spazi collettivi di proprietà e uso pubblico come campo privilegiato per la sperimentazione di tecnologie e tecniche costruttive innovative in materia di risparmio energetico, demandando al Rue e al piano di settore la regolazione della materia.


7. Reti Dati. Il Psc suggerisce la fornitura di reti dati (via cavo o wireless) come elemento di qualificazione di attrezzature e spazi collettivi di proprietà e uso pubblico, demandando al Rue e al piano di settore la regolazione della materia.


8. Concorsi. Il Psc individua le procedure concorsuali come strumenti utili, nella fase di progettazione di attrezzature e spazi di uso pubblico, per accrescere la qualità delle realizzazioni e ne promuove l’adozione sia presso i settori pubblici responsabili sia presso i proprietari privati.


9. Integrazione e coesione sociale. Il Psc mediante l’Edilizia residenziale sociale concorre a garantire gli obiettivi di abitabilità, integrazione e coesione sociale e demanda al Poc, in coordinamento con le norme e i piani di settore, l’attuazione degli interventi edilizi di recupero e di nuova costruzione diretti a soddisfare il fabbisogno di abitazioni in considerazione delle diverse fasce di reddito.


Art.35 - Sistema ecologico e ambientale

1. Obiettivi. Il Psc orienta le scelte proprie e le politiche di settore verso gli obiettivi di:

  • completamento e rafforzamento del sistema degli habitat naturali e della rete ecologica territoriale;
  • realizzazione di progetti di tutela, recupero e valorizzazione di aree aventi particolare interesse naturalistico e paesaggistico;
  • realizzazione di opere di mitigazione e compensazione ambientale;
  • miglioramento della qualità dell’ambiente urbano.


2. Elementi e strumenti. La tavola “Dotazioni ecologiche e ambientali” rappresenta l’insieme delle dotazioni necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1.
Il Psc individua la rete ecologica del Comune di Bologna che dovrà trovare attuazione attraverso gli strumenti urbanistici e la pianificazione di settore per i quali la tavola costituisce atto di indirizzo.
Il Psc propone l’istituzione di una nuova area protetta nell’area collinare attorno a Villa Ghigi (Ronzano); preserva gli spazi rurali periurbani di pianura (i cunei agricoli) e la collina; completa e rafforza la rete ecologica territoriale attraverso una serie di interventi e opere tesi a ristabilire continuità, a tutelare e recuperare spazi ed elementi di naturalità anche all’interno dell’insediamento urbano.
Per il raggiungimento di un’alta qualità ambientale urbana la tavola indica gli interventi di mitigazione degli impatti negativi sulla salute dei cittadini. Tali interventi saranno realizzati in attuazione di specifici programmi di settore e/o in concomitanza con rilevanti interventi di trasformazione urbanistica.
Il Psc intende migliorare le prestazioni ambientali ampliando la dotazione di aree permeabili, individua gli impianti (elettrodotti e impianti di diffusione radio-tv) e i nuovi tratti di strade e ferrovie per i quali sono necessari interventi di mitigazione.
Le dotazioni ecologiche e ambientali del Psc interessano aree di proprietà sia pubblica sia privata. Per queste ultime non è, in linea generale, previsto un uso pubblico.
L’aggiornamento delle scelte rappresentate sulla tavola del Psc potrà avvenire in occasione della formazione dei Poc. Eventuali modifiche dovranno comunque garantire prestazioni analoghe o superiori alle previsioni precedenti ed essere coerenti con gli indirizzi strategici del Psc indicati nella Relazione e con gli obiettivi specifici espressi nel Quadro normativo.


3. Rete ecologica. La rete ecologica è un sistema polivalente di nodi e corridoi. I nodi sono rappresentati da elementi ecosistemici tendenzialmente areali dotati di dimensioni e struttura ecologica tali da svolgere la funzione di “serbatoi di biodiversità”. I corridoi sono rappresentati da elementi ecosistemici sostanzialmente lineari di collegamento tra i nodi che, innervando tutto il territorio comunale, favoriscono la tutela, la conservazione e l’incremento della biodiversità floro-faunistica. In particolare i corridoi svolgono funzioni di rifugio e sostentamento della fauna, fornendo vie di transito e agendo come captatori di nuove specie.
La rete ecologica è composta da:

  • una rete ecologica principale;
  • una rete ecologica secondaria;
  • una rete ecologica urbana.


4. Rete ecologica principale. Con questa locuzione viene individuato l’insieme degli elementi che contribuiscono al disegno della rete di livello provinciale, mettendo il territorio di Bologna in relazione con le aree protette presenti all'intorno e svolgendo un ruolo di riferimento per la strutturazione ecologica dell’intero territorio comunale.
Gli elementi funzionali sono i nodi ecologici complessi e i corridoi ecologici territoriali.
I Nodi ecologici complessi sono unità areali naturali e seminaturali, generalmente di grande estensione, caratterizzati da specifica valenza ecologica e paesaggistica o che presentano prospettive di evoluzione in tal senso. Comprendono aree già tutelate da provvedimenti normativi - aree protette o siti della Rete Natura 2000 (Sic-Zps “Destra Reno e Boschi di San Luca”, “Golena San Vitale”) - e quelle ricadenti nella proposta di una nuova area protetta sui colli attorno a Villa Ghigi (Ronzano).
I nodi ecologici complessi hanno la funzione di capisaldi della rete ecologica e quindi di conservazione e valorizzazione della biodiversità presente e potenziale, da garantire attraverso interventi specifici e con la gestione ordinaria e straordinaria del territorio.
Le aree tutelate da una specifica normativa dovranno essere gestite in modo da dare piena attuazione alle finalità istitutive e nel rispetto di eventuali strumenti di pianificazione e gestione previsti e approvati.
Se necessario, gli obiettivi da realizzarsi nelle diverse aree dei nodi complessi andranno approfonditi e compresi all'interno di specifici progetti, anche attuabili per stralci.
Possono essere aperti all’uso pubblico su quota parte della loro estensione, comunque senza interessare aree di spiccata e particolare valenza ecologica o caratterizzate dalla presenza di habitat tutelati. L'uso pubblico va puntualmente previsto e gli spazi dedicati devono essere opportunamente progettati e realizzati.
I Corridoi ecologici territoriali sono elementi lineari, naturali e seminaturali, con andamento e ampiezza variabili, caratterizzati da una specifica valenza ecologica e paesaggistica o con prospettive di evoluzione in tal senso, che mettono in connessione nodi ecologici complessi. Comprendono il fiume Reno e il torrente Savena con le aree contermini ad essi relazionate, oltre ai calanchi di Paderno e Sabbiuno. Affinchè i corridoi svolgano appieno la funzione di conservare, migliorare e valorizzare i caratteri naturalistici e paesaggistici presenti o potenziali vanno previsti interventi specifici e garantire la cura ordinaria e straordinaria del territorio.
Possono includere aree agricole, orti, aree sportive, piccole attrezzature e servizi ad uso pubblico nella misura in cui la loro presenza e dimensione non compromettano la valenza ecologica riconosciuta. Gli insediamenti abitativi eventualmente presenti dovranno essere adeguatamente sistemati e, se necessario, mitigati per perseguire la massima integrazione tra le parti.
I corridoi ecologici territoriali hanno la funzione di conservare, migliorare e valorizzare i caratteri naturalistici e paesaggistici presenti o potenziali. A questo scopo vanno rivolti interventi specifici e la gestione ordinaria e straordinaria del territorio.
Affinché gli spazi destinati all’uso pubblico siano compatibili con le funzioni dei corridoi, ne dovrà essere specificamente studiato l’inserimento e progettata la sistemazione, prevedendo anche adeguate forme di gestione.
Se necessario, gli obiettivi da realizzarsi nei corridoi ecologi andranno approfonditi e compresi all'interno di specifici progetti, anche attuabili per stralci.


5. Rete ecologica secondaria. Con questa locuzione viene individuato l’insieme degli elementi che contribuiscono al disegno della rete ecologica di livello locale, rappresentata da nodi semplici, corridoi ecologici locali e aree più estese e diffuse che garantiscono la funzione di connessione tra le parti.
I Nodi ecologici semplici sono unità areali naturali e seminaturali generalmente costituite dai biotopi che ne individuano il valore ecologico e da un loro intorno più o meno esteso. Comprendono anche aree al momento utilizzate in altro modo, ma con prerogative per cui ne è prevista la rinaturalizzazione. Sono l'ex cava Drava e la cava Sim-Morazzo, le ex cave Birra e Bruschetti insieme all'area Hera di via Triumvirato, l'ex cava Due Portoni, i laghetti di via del Rosario, l'ex vivaio comunale di San Sisto.
Questi nodi costituiscono piccoli capisaldi della rete ecologica; conservazione, miglioramento e valorizzazione dei caratteri naturalistici presenti o potenziali richiedono interventi specifici e una corretta gestione ordinaria e straordinaria. Possono ospitare una funzione pubblica se compatibile con le finalità ecologiche, da attuarsi e mantenersi attraverso un'integrata progettazione e gestione dell'area nel suo complesso. Se necessario, gli obiettivi da realizzarsi andranno approfonditi e compresi all'interno di specifici progetti, anche attuabili per stralci.
I Corridoi ecologici locali sono elementi lineari, naturali e seminaturali, con andamento e ampiezza variabili, costituiti da siepi e filari alberati variamente strutturati, fasce arboreo-arbustive, corsi d'acqua, canali di bonifica, prati lineari, scarpate rinverdite, piantate ecc., caratterizzati da una specifica valenza ecologica o che potrebbero assumere a seguito di idonee azioni di riqualificazione. Possono essere esistenti o di progetto; in questo secondo caso, sulla base dell’individuazione del Psc, solo indicativa, dovranno essere precisamente definiti, strutturati e sviluppati in sede di Poc e di progettazione esecutiva. Conseguentemente, la loro rappresentazione nella tavola delle Dotazione ecologiche e ambientali non deve considerarsi esaustiva.
I corridoi ecologici locali hanno una funzione di collegamento tra nodi ecologici semplici, sono veicoli di naturalità in aree prive di tali prerogative, innervano le aree di connettivo diffuso e devono concludersi, possibilmente, sui nodi ecologici urbani. Per svilupparsi devono appoggiarsi e/o inglobare elementi di valore naturalistico esistenti, anche in affiancamento a percorsi viari di qualsiasi genere e livello. In tal caso, adeguatamente strutturati, possono anche svolgere una funzione di mitigazione paesaggistica e ambientale dell'infrastruttura.
Il Connettivo ecologico paesaggistico è costituito da unità areali del territorio rurale, generalmente abbastanza estese, che emergono per il loro valore naturalistico e paesaggistico rispetto al resto. Si tratta di un mosaico di elementi storici variamente conservati (parchi di villa, maceri, relitti di piantate, boschetti, filari e siepi arboreo-arbustive...), di corsi d’acqua minori e impluvi, di elementi superstiti della tradizione colturale e di colture agricole generalmente estensive variamente combinati e integrati tra loro.
Per questa sua composizione ha una funzione di connessione diffusa e capillare di tutti gli altri elementi esistenti o di progetto della rete ecologica, in particolare di livello locale.
Sono aree in cui può mantenersi e qualificarsi l’agricoltura periurbana con produzione di beni alimentari, protezione di beni naturali ed ambientali, produzione di beni e servizi paesistico-ambientali. Su parti limitate della loro estensione possono ospitare anche usi pubblici, da realizzare attraverso una progettazione attenta agli scopi e alle funzioni riconosciute.
Il Connettivo ecologico è dato dall'intero territorio rurale, quando non diversamente caratterizzato in termini ecologici, e da qualsiasi parte di territorio non urbanizzato o solo parzialmente infrastrutturato.
Queste aree svolgono la funzione di generale presidio e salvaguardia della permeabilità del suolo, garantendo contemporaneamente l’obiettivo di costituire un filtro fra la città e la campagna.


6. Rete ecologica urbana. Con questa locuzione sono individuati gli spazi aperti urbani con diverso valore ecologico, presente o potenziale, anche destinati a usi pubblici. Gli elementi funzionali sono i nodi e il connettivo.
I Nodi ecologici urbani sono parti di città che presentano un rilevante valore ecologico, generalmente potenziale, e costituiscono sia le ultime propaggini di territorio rurale sia i principali elementi di verde “pubblico”. Possono essere esistenti o di progetto; in quest'ultimo caso caratterizzazione, struttura e sviluppo verranno definiti in sede di Poc e/o di progettazione esecutiva. Sono nodi: l'insieme Giardini Margherita - ex Staveco - aree di via Codivilla – San Michele in Bosco; il parco della Certosa (villa Contri) con una parte del canale di Reno e il parco della Funivia; l'area Scandellara assieme a quella di villa Pini e all'arboreto comunale; il parco di San Donnino; l'insieme parco Nord - aree sportive Dozza - spazi a nord della Fiera; il parco di via Corticella (Caserme Rosse – fascia boscata); il parco di Villa Angeletti e quello della lunetta Mariotti; il parco di Villa Spada e quello di Villa delle Rose; i Prati di Caprara.
I nodi ecologici urbani, dal punto di vista dell'utenza ciclo-pedonale, sono i principali “nodi di interscambio” tra città e territorio rurale; costituiscono la rete dei parchi dedicati al tempo libero e alla ricreazione informale.
Il Connettivo ecologico urbano svolge, all'interno del territorio urbano, una funzione analoga a quella svolta dal connettivo ecologico nel territorio rurale. E' costituito dalla vegetazione (alberi, arbusti, prati) di parchi e giardini pubblici e d’uso pubblico, di viali e verde d'arredo, oltre che di parchi e giardini privati; vegetazione e suoli non impermeabilizzati sono presidi ecologici diffusi nella città.
Costituisce una riserva di suolo permeabile che, adeguatamente ampliato e migliorato dal punto di vista arboreo-arbustivo, se e quando possibile, può contribuire alla riduzione dell'inquinamento atmosferico e termico della città.


Art.36 - Qualità ecologica e ambientale

1. Obiettivi. La scelta del Psc di tutelare l’ambiente urbano, rafforzare e realizzare ex novo le dotazioni ecologiche persegue la qualità dell’ambiente per la salute e il benessere di chi abita la città e il territorio, conformandosi ai criteri di sostenibilità indicati nella Valsat.


2. Strumenti. La sostenibilità e la compatibilità ambientale degli interventi urbanistici e infrastrutturali dovrà essere valutata nelle diverse fasi del processo di attuazione degli indirizzi espressi dal Psc, secondo modalità che saranno stabilite nei Poc e nel Rue. La qualità ecologica e ambientale perseguita dovrà diventare obiettivo fondante di tutti i piani, programmi e progetti che incidono, con opere e politiche, sugli usi urbani e sugli usi agricoli, specificandosi come indicato nei commi seguenti.
Gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia e le opere infrastrutturali dovranno essere accompagnati dalla realizzazione contestuale di interventi di ambientazione, compensazione e risarcimento ambientale, anche su aree non necessariamente di pertinenza o contigue, quale contributo alla realizzazione delle reti ecologiche. La scelta degli interventi e delle azioni puntuali verrà effettuata in sede di Poc e Rue.


3. Progetti di tutela, recupero e valorizzazione. Il Psc prevede interventi mirati e di grande scala per la tutela, il recupero e la valorizzazione di aree di particolare interesse, anche di rilievo metropolitano, traducendo le strategie delle sette Città. Gli interventi saranno realizzati attraverso i Poc, secondo gli indirizzi descritti di seguito.

  • Progetti per la Città della Tangenziale:
    • Villa Bernaroli. Recupero paesaggistico di una vasta proprietà comunale quale “porta” di accesso al cuneo verde di livello sovracomunale, connettivo ecologico periurbano che collega i corridoi del Reno e del Samoggia, interessando diversi Comuni; gli obiettivi del progetto riguardano la gestione del paesaggio con il recupero di elementi testimoniali, la fruibilità per i cittadini, l’insediamento di attività di interesse sociale compatibili con quelle agricole.
    • Parco dell’Acquedotto. Impianto e sviluppo di un grande polmone verde arboreo-arbustivo con funzione anche mitigativa rispetto alla presenza del fascio infrastrutturale costituito da tangenziale e linee ferroviarie.
    • Parco del canale Navile. Il Psc prevede il completamento del parco lungo canale attraverso la definizione, nelle adiacenze del corso d’acqua, di una sequenza di ambiti naturali, lembi agricoli, aree verdi attrezzate, altri spazi aperti di varia dimensione e tipologia, pubblici e privati, finalizzati alla conservazione e alla fruizione del peculiare contesto ambientale e paesaggistico; il progetto prevede anche il progressivo restauro dei sostegni e degli altri manufatti ed edifici storici, oltre al completamento dei percorsi ciclo-pedonali lungo tutto il loro sviluppo.
    • Laghetti di via del Rosario. Attraverso il recupero delle aree di cava e di quelle utilizzate come cantieri dell’alta velocità, la rinaturalizzazione delle pertinenze degli invasi esistenti con impianti di bosco sia igrofilo sia planiziale, il Psc persegue la creazione di una nuova importante riserva biogenetica che si potrà connettere con le aree a destinazione più marcatamente rurale (arricchite con siepi e filari alberati e altri elementi tipici del paesaggio agricolo) e con l’ecosistema fluviale del Reno.
    • Vecchia tranvia per Malalbergo. Il tracciato un tempo occupato dai binari della tranvia è oggi una interessante risorsa per l’attraversamento ciclabile e pedonale della Bolognina; il progetto mira ad agganciare a questa linea diverse aree verdi di uso pubblico con l’obiettivo di riqualificare la parte orientale della Bolognina. Il percorso va dall’area verde del Dopolavoro ferroviario alla Dozza, dove si accosta all’area del progetto di Parco Nord.
    • Parco Nord. Recupero paesaggistico e funzionale della vasta area che dalla Fiera si estende sino alla Dozza; i nuovi interventi previsti dal Psc su queste aree (tra i quali l’ampliamento delle attività fieristiche e il distretto per la creatività) dovranno essere progettati in modo da valorizzarne le funzioni di nodo ecologico urbano, di filtro di mitigazione delle infrastrutture, di spazio reso fruibile dal miglioramento dell’accessibilità pedonale e ciclabile.
    • Ex vivaio comunale. Valorizzazione e incremento delle aree arborate già presenti attraverso la realizzazione di un nuovo polmone verde nel quale ospitare anche attività pubbliche integrate e compatibili, con l’obiettivo di costituire una “porta” di accesso al cuneo verde di livello sovracomunale.
    • Scandellara. Recupero e valorizzazione di una vasta area agricola ai margini del territorio urbano con interventi di sistemazione di parchi e di verde pubblico e attraverso la promozione di forme di conduzione agricola dei fondi aperte alla fruizione collettiva.
       
  • Progetti per la Città della Collina
    • San Michele in bosco. Queste aree, con quelle dei giardini Margherita, costituiscono uno degli avamposti della collina verso la città; nel loro insieme devono essere organizzate così che possano svolgere effettivamente il ruolo di “porta d'accesso” della collina. La disponibilità di altre aree verdi fruibili e il loro collegamento consentirà di allargare l'offerta allentando la pressione che attualmente si scarica tutta sui giardini Margherita.
    • Ronzano. Valorizzazione e recupero di una porzione significativa della collina bolognese, a diretto contatto con il centro storico della città, in corrispondenza di aree e luoghi storicamente riconosciuti ricchi di valori naturalistici, paesaggistici e insediativi specifici e piuttosto singolari (riserva dell'area di rio Scalvato).
       
  • Progetti per la Città del Reno
    • Parco lungo Reno. Il Psc prevede la creazione di un grande parco fluviale sovracomunale e di una trama di percorsi lungo fiume estesi da Calderara a Sasso Marconi, con la rinaturalizzazione di ampie aree, il recupero di quelle destinate ad attività produttive o estrattive, il risanamento di quelle interessate da fenomeni di degrado; si tratta del progetto più significativo della Città del Reno, finalizzato a integrare il fiume nei contesti urbani circostanti.
    • Prati di Caprara. L’intervento di sostituzione edilizia e di trasformazione urbanistica delle aree ex militari dovrà essere compatibile con le significative presenze ambientali, che fanno dell’area un nodo ecologico urbano di grande interesse. L’obiettivo di questo progetto è la costruzione di un nuovo parco urbano a partire dalla valorizzazione delle masse boscate cresciute nell'area, sperimentando forme di gestione leggere per un'evoluzione spontanea dei boschetti verso cenosi di maggior qualità, e per il tipo di usi previsti; l’integrazione nel corridoio ecologico verso il Reno è un altro punto qualificante il progetto.
       
  • Progetti per la Città del Savena
    • Parco lungo Savena. Il Psc prevede il completamento del parco fluviale a carattere prevalentemente urbano lungo il torrente Savena. Per la compatibilità col parco saranno necessari in primo luogo il ripristino delle aree interessate dai cantieri Tav e l’ambientazione e la mitigazione delle infrastrutture della mobilità esistenti e previste; si tratta di un progetto di grande importanza per la Città del Savena, della quale mette in evidenza il legame con il fiume e con il sistema della collina e del parco dei Gessi.
    • Corridoio Roveri. Realizzazione di un intervento di piantumazione di boschi, arbusteti e prati stabili per garantire sia la formazione di uno specifico corridoio ecologico, sia la mitigazione e compensazione della strada Lungo Savena e dello scalo ferroviario, concorrendo alla definizione del limite orientale di Bologna con una nuova infrastruttura ambientale.


4. Ambientazione delle infrastrutture. Il Psc individua le nuove infrastrutture della mobilità maggiormente impattanti e indica le fasce dove realizzare opere di ambientazione e mitigazione. Per la tangenziale-autostrada, gli interventi rientrano nelle strategie della Città della Tangenziale, realizzando un nuovo connettivo ecologico e ampliando in maniera significativa l’offerta di spazi e attrezzature per il tempo libero.


5. Interferenze con la rete ecologica. Ogni qualvolta un elemento della rete ecologica (nodo o corridoio) interseca, nel suo sviluppo attuale o possibile, elementi della rete infrastrutturale (strade, ferrovie, elettrodotti, canali cementati...), si crea un’interferenza, ovvero una soluzione di continuità che costituisce un indebolimento o una perdita di funzionalità ecologica più o meno significativa. Le interferenze devono pertanto trovare appropriata risoluzione così da ripristinare o dare compiutezza alla funzione che gli elementi della rete ecologica interessati svolgono. Compete al Poc verificare e individuare le interferenze da eliminare o mitigare.


6. Interventi e opere di mitigazione ambientale. Il Psc provvede all’individuazione dei principali interventi di mitigazione e compensazione di scala urbana, con particolare riferimento alle aree dove mantenere o incrementare la permeabilità dei suoli, ai tratti di elettrodotti da interrare e alla razionalizzazione di impianti per l’emittenza radio televisiva non compatibili con il contesto. Poc e Rue dovranno disciplinare conseguentemente gli interventi e le opere di mitigazione connessi a trasformazioni urbanistiche.


7. Manutenzione del reticolo idrografico. Per il reticolo fluviale, principale elemento di “sostegno” dei corridoi acquatici e terrestri, il Psc propone il miglioramento della qualità delle acque, con la progressiva rimozione degli scarichi che ancora interessano alcuni tratti, e delle sponde, con un programma di azioni per ciascun corpo idrico che preveda interventi di ripristino e valorizzazione ambientale e naturalistica, rafforzando le attività ricreative compatibili. Negli ambienti che costituiscono il reticolo fluviale minore il Psc prevede interventi di arricchimento della biomassa mediante piantumazioni arboree e arbustive a integrazione dei lembi di paesaggio agrario adiacenti, conservando gli elementi storico paesaggistici che ancora permangono.


8. Raccolta e smaltimento acque. Il Rue e i Piani urbanistici attuativi dovranno prevedere la realizzazione di reti di smaltimento di tipo duale nelle nuove costruzioni. In particolare, negli Ambiti di nuovo insediamento, di sostituzione e di riqualificazione, dovrà essere separato il sistema fognario per le acque nere da quello per le acque meteoriche di dilavamento, allo scopo di riutilizzare queste ultime per usi compatibili, anche esternamente agli Ambiti stessi. I soggetti attuatori degli interventi in Ambiti per nuovi insediamenti, di sostituzione e da riqualificare, sono tenuti a verificare l’adeguatezza della rete esistente di raccolta e convogliamento dei reflui al sistema di trattamento finale nonché la potenzialità del sistema di depurazione, provvedendo al loro adeguamento qualora se ne verifichi il sottodimensionamento.


9. Risparmio idrico. Il Rue e i Piani urbanistici attuativi dovranno prevedere azioni per il risparmio idrico e, in particolare negli Ambiti di nuovo insediamento, di sostituzione e di riqualificazione, la realizzazione di reti di distribuzione delle acque non potabili per usi compatibili.


10. Riduzione dell’inquinamento acustico. La riduzione dell’inquinamento acustico in ambiente urbano deve essere perseguita agendo sulle emissioni, sia con interventi relativi a dotazioni e prestazioni delle infrastrutture per la mobilità, sia con interventi diretti sulle sorgenti di rumore, messi a carico dei soggetti gestori delle attività responsabili di inquinamento. Nei nuovi insediamenti la valutazione dell’esposizione all’inquinamento acustico dovrà promuovere l’innovazione dei criteri di progettazione e realizzazione. Gli interventi di mitigazione acustica, dove necessari, dovranno integrarsi con il contesto e contribuire alla qualità degli spazi urbani.


11. Riduzione dell’inquinamento atmosferico. La riduzione dell’inquinamento atmosferico in ambiente urbano deve essere perseguita agendo sulle emissioni, come per la riduzione dell’inquinamento acustico. Le trasformazioni nel territorio urbano da strutturare dovranno avvenire sulla base di valutazioni integrate, riferite ai differenti tipi di emissione, finalizzate a individuare quali dotazioni e prestazioni infrastrutturali ed ecologiche permettano di conseguire complessivamente l’obiettivo della riduzione dell’inquinamento. Gli interventi nei nuovi insediamenti e quelli di mitigazione dovranno prevedere un incremento della biomassa vegetale nelle aree verdi, capace di assorbire una parte delle emissioni inquinanti con il conseguente effetto di abbassamento delle concentrazioni. Il verde di mitigazione e compensazione ambientale è costituito da formazioni boschive dense, barriere vegetate e arbusteti.


12. Risparmio energetico negli edifici. Le norme del Rue dovranno promuovere interventi per la riduzione delle dispersioni termiche negli edifici esistenti e definire parametri di qualità per i nuovi edifici, coerentemente con la normativa vigente e la pianificazione di settore. In particolare dovranno essere indicate azioni per il miglioramento dell’efficienza energetica dei complessi specialistici, per il miglioramento delle prestazioni del patrimonio pubblico e dell’efficienza degli impianti centralizzati di produzione del calore.


13. Potenziamento della rete urbana di teleriscaldamento. Il Psc stabilisce l’obiettivo dell’allacciamento dei nuovi edifici alle reti di teleriscaldamento esistenti. L’efficienza delle reti dovrà essere oggetto di azioni di miglioramento sia per la produzione sia per la distribuzione del calore. Il Psc raccomanda la ricollocazione degli impianti di produzione di calore esistenti, là dove risultino non più compatibili con il contesto, e la riqualificazione degli impianti alimentati a olio combustibile o gasolio.


14. Sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Il Rue dovrà provvedere all’individuazione di criteri e requisiti per la captazione passiva del calore nei nuovi edifici e negli interventi di riqualificazione, per l’integrazione con fonti energetiche rinnovabili negli interventi edilizi e infrastrutturali elaborando gli indirizzi rivolti alla pianificazione di settore.


15. Analisi energetica delle aree di nuova urbanizzazione. La trasformazione del territorio urbano da strutturare dovrà basarsi su una valutazione integrata, negli Ambiti interessati, delle prestazioni energetiche in relazione ai consumi limite e agli indirizzi della pianificazione di settore; nell’attuazione del Psc dovranno essere previsti interventi di compensazione negli Ambiti del territorio urbano strutturato con riferimento ai medesimi indirizzi.